4 Ott, 2021
Empowering remediation
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La diffusione delle attività industriali nell’ultimo secolo, dovuta ad una domanda in aumento di prodotti e servizi nei Paesi industrializzati, ha permesso un importante sviluppo economico cui si è abbinato però un diffuso inquinamento delle aree di insediamento degli impianti e spesso anche di quelle dove si sono utilizzati in maniera massiva i prodotti di queste attività. Questo ha reso necessaria la bonifica di molte di queste aree.

Impegno per la sostenibilità ambientale

Negli anni, quindi, a seguito di problematiche serie e nocive non più controllabili, sono cresciute sempre più la consapevolezza e la necessità di ridurre le emissioni degli impianti esistenti e di ricondizionare, possibilmente allo stato originario, lo stato chimico-fisico dei siti inquinati. Il legislatore ha quindi promulgato norme e leggi volte a questo duplice scopo: limitare le emissioni e bonificare i siti inquinati.

A partire dagli anni ’80 ad oggi, si sono succeduti pertanto tecnologie e processi volti a bonifiche dei siti inquinati delle più diverse tipologie, da quelle in situ con trattamenti localizzati a quelli ex-situ con conferimento a centri specializzati di trattamento.

Tecnologie avanzate per la bonifica dei siti inquinati

In questo ambito di ricerca e produzione, ITT si propone come azienda fornitrice di prodotti e servizi di ingegnerizzazione per le società operanti in diversi modi nei settori delle bonifiche di terreni contaminati, del trattamento e selezione dei rifiuti e dei fanghi civili o industriali. L’obiettivo è quello di far ritornare il materiale trattato nel ciclo naturale, riducendo al massimo la parte di scarto non più utilizzabile.

I.T.T. fornisce tre principali linee di prodotto in impianti fissi o trasportabili, personalizzabili come necessario e configurabili per i futuri sviluppi delle attività dei propri clienti, progettati internamente e costruiti per garantire la massima efficienza e durata nel tempo, con minimi costi di manutenzione. In particolare, I.T.T. ha soluzioni tecnologiche esclusive per il desorbimento termico e per l’inertizzazione degli inquinanti.

Desorbimento termico: efficienza e sicurezza ambientale

Con il trattamento di desorbimento termico si bonificano suoli, in matrici solide o semi-solide, contaminati da sostanze vaporizzabili, solitamente di natura organica, sottoponendo il materiale inquinato in ingresso ad un riscaldamento ad alta temperatura che produce la migrazione in fase gassosa dell’inquinante: quest’ultimo viene poi sottoposto ad idonei processi di recupero o smaltimento.

Gli impianti di desorbimento termico, a fiamma diretta o indiretta, hanno portate variabili da 3 a 50 t/h, in funzione dell’inquinante da trattare e dell’umidità del materiale caricato. Questa tecnologia permette di trattare una vasta gamma di contaminanti organici, anche con alte concentrazioni, garantendo un’elevata efficienza di rimozione dell’inquinante dal terreno, permettendo parimenti anche un efficace condizionamento dei fumi in uscita, con emissioni in atmosfera ben al di sotto dei limiti di legge. Questo è possibile grazie ai filtri e al postcombustore installato a valle dell’impianto per la distruzione dei COV in uscita e la rimozione degli odori, cui si può aggiungere anche una torre di lavaggio a scrubber Venturi per catturare le restanti particelle solide e/o di aerosol prima dell’emissione in atmosfera dello scarico.

Bonifica di aree nazionali contaminate: l’efficienza del desorbimento termico

Diverse unità sono state fornite a clienti che hanno avviato attività di impresa di trattamento conto terzi ex-situ, ma sempre più questi macchinari sono richiesti per le attività di bonifica di specifiche aree di interesse nazionale (SIN) individuate dal MiTE – Ministero della Transizione Ecologica, ex Ministero per l’Ambiente, cui si aggiungono le innumerevoli superfici distribuite in maniera più o meno uniforme su tutto il territorio italiano, oggetto di attenzione da parte dei vari governi regionali. Sono infatti molteplici le aree industriali e le stazioni di rifornimento carburanti dismesse, i depositi di oli minerali, le attività agricole o di allevamento di animali, dove sono state lasciate tracce di inquinamento molto profonde e impossibili da rimuovere se non con un trattamento di desorbimento termico o di biorisanamento o lavaggio.

Rispetto a quest’ultime tecnologie, però, il desorbimento termico consente di trattare una gamma maggiore di contaminanti organici, anche con concentrazioni più alte, in tempi di esecuzione certi e contenuti, dato il processo chimico-fisico del sistema, con conseguente rapido ritorno alle condizioni iniziali dei terreni per il loro successivo riutilizzo.

Inertizzazione: gestione sicura dei materiali pericolosi

Un’altra tecnologia disponibile in I.T.T. è quella degli impianti di inertizzazione o stabilizzazione del materiale pericoloso mediante l’incapsulamento delle sostanze inquinanti in una matrice stabilmente inerte, organica (polimeri, composti o soluzioni incapsulanti) o inorganica (cemento, calce, argilla), tramite un processo meccanico e/o chimico e/o fisico, con l’obiettivo di annientare il potenziale inquinante e la sua pericolosità nel tempo, rendendolo quindi idoneo a trattamenti di recupero e riutilizzo o di smaltimento in discarica come rifiuto non pericoloso. Questa tecnologia si adatta sia a materiali secchi e a polveri di processi industriali, sia a materiali fangosi, di origine organica o artificiale.

Un esempio applicativo di questi processi di trattamento per inertizzazione si è costruito per un cliente con particolari esigenze di contenimento polveri combustibili, pericolose, ottenuto come scarto da taglio plasma e laser, dai processi di verniciatura e dal recupero delle cartucce di toner per stampanti. A seguito di alcuni test pilota condotti nel laboratorio di I.T.T. e presso il cliente, dopo l’analisi dei risultati, si è individuato il processo ottimale per il trattamento, provvedendo ad una selezione, quindi dosatura ed infine miscelazione forzata delle polveri con liquidi incapsulanti.

Soil washing: soluzione per la separazione dei contaminanti

Completa l’offerta di I.T.T. la presenza a catalogo di impianti di soil washing, dove viene utilizzata l’acqua e processi meccanici per rimuovere i contaminanti dal suolo. Il processo funziona dissolvendo o facendo flocculare i contaminanti nella soluzione di lavaggio, ma deve essere utilizzato in combinazione con le altre tecniche di separazione fisica e di trattamento, dato che non distrugge o immobilizza i contaminanti.

Infatti il processo separa il terreno in base alla dimensione delle particelle: la maggior parte dei contaminanti organici ed inorganici tende a legarsi e ad assorbirsi sui fini (argilla, limo e altre particelle organiche del suolo) e questi sono attaccati a particelle più grandi come sabbia e ghiaia. Il soil washing separa le particelle piccole dalle grandi, rompendo i legami adesivi: questo materiale inquinato ha quindi un volume minore di quello in ingresso e può essere più facilmente smaltito o inserito in un successivo processo di inertizzazione o di desorbimento termico.

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