L’entrata in vigore della direttiva europea sulla rendicontazione della sostenibilità impone alle imprese, di ogni dimensione, più rigore. Per le aziende significa non solo adottare pratiche sostenibili ma anche ottenere certificazioni per garantire trasparenza e continuità nelle relazioni commerciali. Non esiste però una certificazione onnicomprensiva, anzi, ne esistono circa 100 collegate al tema ESG, a partire dai tre pilastri. Una roadmap per le aziende che hanno bisogno di orientarsi tra le tante tipologie
Nuove Norme ESG e Certificazioni: Un Orientamento per le Aziende
Negli ultimi anni, il concetto di sostenibilità è diventato sempre più centrale nelle strategie aziendali, soprattutto a seguito dell’introduzione di nuove normative che richiedono maggiore trasparenza in ambito di responsabilità sociale e ambientale. In Italia, il recepimento della Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) con il Decreto Legislativo 125/2024, ha segnato un passo importante per le aziende, sebbene ancora poco compreso in tutte le sue sfaccettature. Questa direttiva, che è entrata in vigore a livello europeo e ora implementata anche in Italia, impone alle imprese di grandi dimensioni e a quelle quotate in borsa di rendicontare le loro performance ambientali, sociali e di governance (ESG). La direttiva CSRD sostituisce e amplia il campo d’azione della precedente Non-Financial Reporting Directive (NFRD), rendendo la rendicontazione sulla sostenibilità obbligatoria per un numero molto maggiore di aziende.
La Direttiva CSRD e l’Evoluzione della Rendicontazione di Sostenibilità
Con il recepimento della CSRD, le grandi imprese di interesse pubblico e le società extra-UE quotate su mercati regolamentati nell’Unione Europea sono ora tenute a misurare e rendicontare in modo più rigoroso il proprio impatto ambientale e sociale. Sebbene attualmente questi obblighi si applichino principalmente alle aziende di maggiori dimensioni, anche le piccole e medie imprese (PMI) saranno progressivamente coinvolte attraverso scadenze specifiche.
Tuttavia, le PMI, che rappresentano il 99% del tessuto imprenditoriale italiano, sono già influenzate da questa normativa, poiché molte di esse fanno parte delle catene di fornitura di imprese soggette alla CSRD e dovranno quindi adeguarsi per continuare a collaborare con i propri partner commerciali. Le aziende capofila, infatti, sono tenute ad estendere la richiesta di conformità agli standard di sostenibilità lungo tutta la loro filiera, coinvolgendo sia i fornitori diretti che quelli indiretti. Anche se non obbligatoriamente soggette alla CSRD, le PMI dovranno perciò adottare pratiche sostenibili e, in molti casi, ottenere certificazioni per garantire trasparenza e continuità nelle relazioni commerciali con le grandi imprese.
Imprese e Filiera: La Conformità alla Sostenibilità Anche per le PMI
In questo contesto adeguarsi vuol dire restare competitivi ma per farlo si deve essere pienamente consapevoli di cosa sia la sostenibilità e di come vadano usate le certificazioni per supportare la strategia aziendale. Oggi tutti parlano di sostenibilità in qualsiasi ambito ma quando poi si entra nel dettaglio dell’argomento, specialmente in azienda, ci si trova di fronte a una comprensione superficiale dell’argomento che identifica la sostenibilità con il “mettere toppe” ai danni fatti per raggiungere il profitto o con l’essere compliant con la normativa vigente per evitare sanzioni.
La sostenibilità è qualcosa di molto più complesso e per essere realmente implementata presuppone che vengano fatte delle trasformazioni a livello delle leve sistemiche profonde ovvero quelle norme, quei valori, quelle strutture sociali su cui si basa il nostro sistema. Abbracciare la sostenibilità è una completa trasformazione dello status quo, è un percorso articolato che prevede un impegno a lungo termine nel ripensare la modalità con cui si è sempre lavorato, è la capacità di integrare strategia, piano industriale e visione per realizzare un modello di business innovativo in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Ecco perché il primo passaggio fondamentale è che le aziende comprendano bene cosa è insito nella parola sostenibilità, quali siano le tre dimensioni che la compongono, environnement, social e governance, come esse siano interconnesse e siano in grado di influenzarsi impattando poi, positivamente o negativamente, sul funzionamento e sulla produttività dell’impresa.
Sostenibilità: Non Solo Conformità, ma un Nuovo Modello di Business
La sostenibilità richiede, quindi, un approccio sistemico che faccia dell’equilibrio tra queste tre dimensioni il suo obiettivo primario. Ed è proprio all’interno di questo percorso che le certificazioni UNI ISO possono essere alleate preziose per guidare le imprese, fornendo una direzione e un metodo strutturato per imparare a integrare gli aspetti ESG in modo efficace. Le norme, non solo coprono specifiche aree di sostenibilità, ma possono fungere da base strutturale per supportare l’implementazione degli obiettivi ESG, offrendo un quadro operativo solido per affrontare in modo integrato le sfide ambientali, sociali e di governance, così da contribuire al miglioramento complessivo della performance aziendale.
Tipologie e pilastri
Le certificazioni orientate alla sostenibilità sono documenti rilasciati da enti indipendenti (ODC – organi di certificazione) e confermano che un’azienda rispetta specifici standard in ambito ambientale, sociale o di governance; sono la chiara dimostrazione dell’impegno e della trasparenza dell’impresa nel ridurre l’impatto ambientale, migliorare le condizioni sociali e garantire una gestione etica e responsabile di tutte le attività in essere. Spesso si incorre nell’errore di parlare di “Certificazione di sostenibilità”, si tratta di un’imprecisione poiché non esiste una certificazione onnicomprensiva, in realtà ne esistono di diverso tipo e sono in grado di coprire specifici ambiti ESG. Le imprese, accompagnate da una figura professionale come il “Sustainability Manager”, possono definire quali siano le certificazioni più rilevanti in base ai propri obiettivi di sostenibilità e alle aree critiche in cui è necessario migliorare.
Come sappiamo bene la sostenibilità si basa su tre pilastri fondamentali: ambientale, sociale, e governance/economica quindi le certificazioni più rilevanti possono essere raggruppate in queste tre aree.
1. PILLAR AMBIENTALE
Il pilastro ambientale si concentra sull’uso responsabile delle risorse naturali e sulla diminuzione dell’impatto umano sugli ecosistemi, con particolare attenzione alla riduzione delle emissioni di CO2. È focalizzato sulla scelta di energie pulite, sul contrasto all’inquinamento, sull’integrazione dei principi dell’economia circolare e sulla protezione della biodiversità. L’obiettivo è garantire un equilibrio tra le esigenze umane e la capacità della natura di rigenerarsi, proteggendo il pianeta per le future generazioni. Le certificazioni ambientali più comuni includono:
UNI ISO 14001
La UNI ISO 14001 è una norma internazionale ad adesione volontaria applicabile a qualsiasi tipologia di organizzazione pubblica o privata, che specifica i requisiti per un sistema di gestione ambientale. Questa certificazione dimostra l’impegno dell’organizzazione verso la sostenibilità e la riduzione degli impatti ambientali e i vantaggi che derivano dall’implementare un SGA sono: controllo e mantenimento della compliance legislativa, la riduzione degli sprechi (consumi idrici, risorse energetiche.. ), le agevolazioni nelle procedure di finanziamento.
UNI ISO 50001
La UNI ISO 50001 è uno standard internazionale che definisce i requisiti per l’implementazione di un sistema di gestione dell’energia. Questo sistema consente alle organizzazioni di sviluppare strategie efficaci per migliorare l’efficienza energetica, attraverso la definizione di una politica energetica mirata e l’adozione di obiettivi specifici per ottimizzare le prestazioni. La norma fornisce un quadro strutturato per integrare la gestione energetica nei processi aziendali quotidiani, assicurando un utilizzo consapevole e sostenibile delle risorse energetiche, grazie a un monitoraggio costante e al miglioramento continuo, le organizzazioni possono ridurre i consumi, abbattere i costi e minimizzare l’impatto ambientale.
UNI ISO 14064
La UNI ISO 14064 è una norma internazionale che stabilisce le basi per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni di gas serra (GHG), fornendo un approccio strutturato alla misurazione e al monitoraggio delle emissioni. Questo standard è stato progettato per aiutare le organizzazioni a ridurre il proprio impatto ambientale, è suddiviso in tre parti, ciascuna delle quali affronta aspetti specifici della quantificazione, rendicontazione, verifica e validazione delle emissioni di GHG.
2. PILLAR SOCIALE
Il pilastro sociale si focalizza sul miglioramento della qualità della vita delle persone e delle comunità coinvolte nelle operazioni aziendali. Esso pone particolare attenzione al rispetto dei diritti umani, alle condizioni lavorative e all’interazione con il tessuto sociale circostante. L’obiettivo è promuovere ambienti di lavoro sicuri, giusti e inclusivi, favorendo la diversità e l’equità, nonché garantire che i diritti fondamentali vengano rispettati lungo l’intera catena di approvvigionamento. Altri aspetti monitorati riguardano l’impatto dell’organizzazione sulle comunità locali, sulla sicurezza e l’affidabilità dei prodotti o servizi offerti affinché le imprese agiscano con integrità, tenendo conto del benessere dei lavoratori, dei consumatori e della società nel suo complesso. Le certificazioni più comuni in questo caso sono:
SA8000
La SA8000 è uno standard internazionale che certifica l’impegno delle organizzazioni verso la responsabilità sociale, con particolare attenzione ai diritti dei lavoratori. Il suo obiettivo principale è garantire che le imprese rispettino principi etici legati ai diritti umani e del lavoro, prevenendo lo sfruttamento minorile, il lavoro forzato e promuovendo condizioni sicure e dignitose per i dipendenti. Questo standard copre una vasta gamma di aspetti, tra cui la salute e sicurezza sul lavoro, la libertà di associazione, la parità di trattamento, la garanzia di retribuzioni eque e condizioni di lavoro accettabili ed è applicabile a qualsiasi organizzazione, indipendentemente dal settore o dalla dimensione.
UNI ISO 45001
La UNI ISO 45001 è una norma internazionale che definisce i requisiti per un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, con l’obiettivo di migliorare la gestione dei rischi per la sicurezza e il benessere dei lavoratori. Lo standard contribuisce a creare un ambiente di lavoro più sicuro attraverso la riduzione di infortuni, malattie professionali e incidenti; la norma, oltre a garantire la conformità alle normative vigenti, incoraggia il coinvolgimento attivo dei lavoratori nella gestione della sicurezza, promuovendo una cultura aziendale orientata alla prevenzione e al miglioramento continuo.
3. PILLAR ECONOMICO/ GOVERNANCE
Il pilastro economico/ governance pone l’accento sulle pratiche di gestione trasparenti, etiche e responsabili, influenzando il modo in cui l’azienda conduce il proprio business. Le dimensioni valutate riguardano la qualità della leadership, la composizione del Consiglio di amministrazione, la trasparenza nelle decisioni e nella rendicontazione, l’integrità etica e la gestione dei rischi. L’obiettivo principale è quello di promuovere una cultura di responsabilità così da garantire che le strategie e le operazioni aziendali siano allineate agli interessi di lungo termine dell’organizzazione e degli stakeholder, supportando una gestione sostenibile e orientata al successo. Gli standard più comuni sono:
UNI ISO 26000
La UNI ISO 26000 è una guida internazionale sulla responsabilità sociale delle organizzazioni, che copre in modo trasversale temi legati all’ambiente, al sociale e alla governance; fornisce indicazioni su come le organizzazioni possono operare in modo etico e responsabile, considerando gli interessi di tutti gli stakeholder, inclusi dipendenti, clienti, fornitori, comunità e ambiente. Sebbene spesso venga associata al pilastro sociale, la ISO 26000 ha una rilevanza significativa soprattutto a livello della governance, poiché promuove trasparenza, integrità e pratiche decisionali responsabili, ovvero tutti quegli elementi che sono fondamentali per una gestione aziendale sostenibile.
UNI ISO 20400
La UNI ISO 20400 fornisce linee guida per integrare la sostenibilità nei processi di approvvigionamento, riducendo l’impatto ambientale e sociale degli acquisti. Questo standard aiuta le organizzazioni a gestire responsabilmente le relazioni con i fornitori, minimizzando i rischi e migliorando la reputazione aziendale; anche la 20400 presenta delle caratteristiche che la rendono idonea ad essere una norma trasversale alle diverse dimensioni ESG ma il suo focus sull’integrazione tra il processo d’acquisto e gli obiettivi di sostenibilità aziendali rappresenta una chiara indicazione su come debba essere gestito il business al fine di adottare politiche aziendali perfettamente allineati con i principi di responsabilità sociale d’impresa.
Un’opportunità da cogliere
Adeguarsi al nuovo contesto normativo non è solo una questione di conformità: le aziende devono cogliere l’opportunità di trasformare i fattori ESG in motori di creazione di valore e mitigazione del rischio. Investire nelle competenze ESG, utilizzando strumenti digitali innovativi e affidandosi a team esperti, non solo garantirà il rispetto delle nuove normative, ma offrirà una via per migliorare la performance aziendale a lungo termine. In tal modo, le imprese potranno generare un impatto positivo sulla società, promuovendo una crescita sostenibile e responsabile.