28 Feb, 2023
Energiesprong: Case costruite in fabbrica 
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Anche in Italia si fa strada il nuovo modello nel mondo delle costruzioni per la riqualificazione energetica e il miglioramento sismico degli edifici. Moduli prefabbricati da applicare in loco sostituiscono cantieri infiniti, migliorano l’efficienza e riducono gli sprechi. Ne abbiamo parlato con Thomas Miorin, co-fondatore e AD dell’impresa sociale Edera, la prima a diffondere questa soluzione nel nostro Paese

Un edificio riqualificato dal punto di vista antisismico ed energetico con un cantiere lampo di pochi giorni, senza ponteggi e senza che gli abitanti uscissero di casa. È accaduto meno di un anno fa, a luglio 2022, a Corte Franca in provincia di Brescia. Primo esempio in Italia del progetto Energiesprong, un nuovo modello nel mondo delle costruzioni, nato in Olanda e diffuso in Germania, Francia e Regno Unito, per la riqualificazione profonda degli edifici dal punto di vista energetico e, nel caso di Corte Franca anche del miglioramento sismico, con soluzioni che vengono predisposte in fabbrica e poi “semplicemente” applicate pronte in loco. 

Lo scopo è diffondere su larga scala un nuovo approccio alla riqualificazione che centri gli obiettivi della decarbonizzazione dell’ambiente costruito. Energiesprong è approdato in Italia grazie alla società Edera, costituita a fine 2020 da REDO Sgr, Fondazione Housing Sociale e ANCE. L’intervento a Corte Franca è il primo risultato di un percorso di innovazione a cui hanno aderito 25 imprese, coordinate da EDERA. In Europa sono oltre 6000 gli edifici già riqualificati con approccio Energiesprong. Abbiamo chiesto a Thomas Miorin, co-fondatore e AD dell’impresa sociale EDERA, di spiegarci questo modello. 

In cosa consiste Energiesprong? 

È un movimento internazionale che intende rendere possibile riqualificare le abitazioni in coerenza agli obiettivi europei di decarbonizzazione entro il 2050. Si deve fare in modo che la riqualificazione non rappresenti un incubo per le persone, che sia possibile co-finanziarla con i risparmi energetici e che diventi quindi il più possibile accessibile e indipendente dagli incentivi. Una modalità è nell’uso più efficiente dei tempi e delle risorse, spostando in fabbrica le attività che solitamente avvengono in cantiere, riducendo, tra le altre cose, gli sprechi di materiali. 

Quali difficoltà avete dovuto superare e quali adattamenti avete dovuto fare per realizzarlo in Italia? 

Abbiamo dovuto superare innanzitutto difficoltà culturali. In Italia tendiamo a pensare che le buone pratiche di altri paesi da noi non possano funzionare. Inoltre, tendiamo a credere che progetti così radicalmente nuovi non ci riguardino. Un’altra barriera è considerare efficienza e produttività come temi diversi dalla sostenibilità. Circolarità e sostenibilità sono basati su un uso efficiente delle risorse e produttività ed efficienza possono ridurre i costi della transizione energetica rendendola così più equa socialmente. Poi ci sono state delle difficoltà di natura tecnica. Siamo un paese con un clima più caldo e una forte caratteristica sismica del territorio. Abbiamo perciò adattato Energiesprong tenendo conto di questi aspetti. 

Quali sono le caratteristiche  innovative dell’intervento a Corte Franca?

Si è trattato della prima riqualificazione Energiesprong del Sud Europa che ha preso in considerazione sia il miglioramento antisismico che il raffrescamento. I 18 nuovi pannelli prefabbricati, installati in facciata, integrano l’isolamento termico ad un esoscheletro strutturale che dà sicurezza all’edificio. Il nuovo tetto isolante, prefabbricato, ospita i moduli fotovoltaici e gli impianti che generano energia e acqua calda e la distribuiscono attraverso lesene ricavate nelle nuove facciate. Tutto è stato realizzato in fabbrica, poi trasportato, e applicato sull’edificio. La posa è durata solo tre giorni, senza l’uso di ponteggi. I risultati sono molto buoni. Il consumo di energia primaria si è ridotto di oltre l’80%. Durante l’anno l’edificio arriverà a produrre l’energia necessaria per riscaldamento, acqua calda e le utenze, con un netto miglioramento della prestazione antisismica. In uno studio preliminare il Politecnico di Milano ha stimato una riduzione delle emissioni del 55% su trent’anni rispetto a un intervento simile ma realizzato con un approccio tradizionale. L’intervento è considerato altamente replicabile e fatto all’interno dei vecchi massimali superbonus. 

Quali altri progetti sono stati realizzati o sono in via di realizzazione in Italia?

Ci sono progetti su condomini privati, torri e una scuola dell’infanzia. Un altro paio di progetti sono fermi in attesa di capire il quadro normativo di riferimento rispetto ai crediti. Stiamo nel frattempo organizzando una domanda su larga scala di interventi Energiesprong. Abbiamo costituito un gruppo di lavoro con le imprese e ne stiamo organizzando un altro con i detentori di grandi patrimoni immobiliari pubblici e privati, affinché si possa creare una domanda di riqualificazione su vasta scala. 

Energiesprong è un’iniziativa per abitazioni di dimensioni medie, ma anche per edifici più grandi, come è accaduto a Lione. Ci sono esempi su edifici come fabbriche o capannoni? 

Alcune delle imprese che lavorano con Energiesprong si sono adoperate in questa prospettiva, ma in questo momento preferiamo concentrarci sullo sviluppo di soluzioni che possano migliorare la qualità della vita nelle periferie delle nostre città, dove il tema dei costi energetici si fa più sentire e ci sono ampi margini per intervenire, contrastando la povertà energetica. 

Su quali altre iniziative innovative state lavorando?

Energiesprong è al centro delle nostre iniziative anche per il futuro. Con due novità: la creazione di un gruppo di lavoro sulla domanda e dei contest per le imprese, per incentivare una nuova versione, più evoluta, delle soluzioni tecniche disponibili. Inoltre stiamo facendo un lavoro unico in Italia sulle nuove costruzioni. L’80% del mercato futuro riguarderà la riqualificazione, ma, con gli aumenti dei costi, gli interventi di edilizia sociale saranno sempre meno sostenibili. Stiamo lavorando ad un’analisi di fattibilità per capire come, attraverso l’edilizia off-site (che realizza elementi costruttivi in un luogo diverso dal cantiere, ndr), si possa arrivare a soluzioni di sviluppo immobiliare residenziale particolarmente convenienti. 

Quali azioni servirebbero per promuovere l’edilizia sostenibile nel nostro Paese? 

Da un lato è in atto una corsa contro il tempo per utilizzare le risorse del PNRR e, dall’altro, è necessario un percorso di innovazione per investire in modo più efficiente e sostenibile. Oggi le pubbliche amministrazioni hanno poco fiato per farlo. Serve una politica industriale nel settore delle costruzioni per affrontare la sfida economico finanziaria, quella della decarbonizzazione e quella sociale. L’obiettivo è mettere a terra interventi profondi su larga scala, con investimenti economici e carbonici coerenti con gli obiettivi e le necessità sociali e ambientali, non solo con la crescita del PIL. Non bastano gli incentivi, occorre un approccio sistemico. Da qui al 2050 ci sono 15 milioni di minuti e 15 milioni di case da riqualificare. Una al minuto. Significa che dovremo rifare ogni intervento non conforme, con un investimento economico e carbonico insostenibile. Per questo puntiamo a creare un nuovo modello di edilizia.

Energiesprong

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