Venetian Green Building Cluster, un networking di 55 tra imprese, università e istituti finanziari del territorio che operano nel settore dell’edilizia sostenibile. Con un obiettivo importante: creare prodotti e servizi innovativi. Oltre a favorire collaborazioni e aggregazioni tra imprese della filiera.
La Transizione Energetica: sfide e opportunità per un futuro sostenibile
Gli obiettivi propri della transizione energetica, come importante passaggio ai fini della decarbonizzazione, efficientamento energetico e di tutte le attività per raggiungere uno sviluppo sostenibile, oltre a essere condivisi negli scopi e modalità da aziende, organizzazioni e istituzioni presuppongono azioni chiare, misurabili e con ricadute utili a favorire il benessere delle comunità e dei territori dove vengono conseguite. Ma la rotta per raggiungere tali traguardi non sempre è lineare e semplice da perseguire e il timone deve mantenersi saldo visto che imprevisti e tempi incerti facilmente possono intralciare la navigazione e far perdere tempo. In questo scenario l’edilizia assume una nuova centralità.
Si tratta di ripensare al proprio modo di fare, di produrre materiali e di individuare soluzioni efficienti ed efficaci contribuendo da una parte a ridurre le emissioni di Co2 rafforzando le fonti rinnovabili, dall’altra a puntare su investimenti di economia circolare. Per le imprese del settore stare al passo non è affare da poco perché affrontare gli obiettivi della transizione energetica e fronteggiare la crisi incide anche su cambiamenti negli assetti organizzativi interni alle aziende.
Venetian Green Building Cluster: Innovazione e Sostenibilità a Venezia
In questo scenario si inserisce a Venezia la Rete Innovativa Regionale (RIR) Venetian Green Building Cluster che è un networking di imprese, università e istituti finanziari del territorio che operano nel settore dell’edilizia sostenibile. Coniugando obiettivi di sviluppo economico e di decarbonizzazione dell’economia, il fine di questa rete è doppio: creare prodotti e servizi innovativi e favorire collaborazioni e aggregazioni tra imprese della filiera. Insieme si vogliono favorire processi di ottimizzazione, circolazione dei saperi, soluzioni di innovazione e promozione di nuovi posti di lavoro. La Rete Innovativa Regionale Venetian Green Building Cluster (VeGBC www.vegbc.org) è capofila del progetto di ricerca Hybrid Sustainable Worlds (HSW), finanziato dalla Regione Veneto con fondi POR FESR 2014-2020. Ad oggi gli aderenti a VeGBC sono 55 ma il numero è in crescita e per farvi parte, le aziende possono richiedere l’adesione attraverso il sito web della rete.
Le Reti Innovative Regionali: Spinta per la Competitività e l’Innovazione
Mauro Roglieri, coordinatore di VeGBC e vicepresidente del consorzio che la guida, chiarisce cos’è una RIR e come si inserisce quella che coordina.
Le RIR sono reti tra imprese, soggetti pubblici e privati e organismi della ricerca, presenti in ambito regionale per sostenere e rilanciare la competitività delle aziende. Non si tratta di soggetti che sono sempre contigui dal punto di vista territoriale, bensì aggregati (cluster, appunto) di realtà che operano in ambiti innovativi nel medesimo settore e in grado di sviluppare iniziative e progetti rilevanti per l’economia regionale.
La multisettorialità è quindi il valore che contraddistingue queste attività. Le loro caratteristiche sono: estensione sul territorio regionale (che può anche passare oltre ai confini regionali e nazionali e in cui diventa fondamentale l’aspetto relazionale), imprenditorialità nuova e settori innovativi. Ad oggi sono 21 le Reti Innovative Regionali riconosciute dalla Giunta Regionale del Veneto, ciascuna delle quali si colloca in uno dei sei ambiti di specializzazione individuati da una precisa strategia. Dal settore agroalimentare al manifatturiero, dal design al servizio della vivibilità, alle industrie creative. Trattandosi di reti aperte chi vuole aderire può consultare il portale dedicato.
La RIR che ho l’onore di coordinare, VeGBC – spiega Roglieri – si colloca all’interno dell’ambito Smart Living & Energy. La Regione Veneto sostiene percorsi e risultati di ricerca volti a favorire la crescita delle filiere economiche in termini di soluzioni per la sostenibilità, e gli obiettivi della RIR rispondono a questa strategia. Lo fanno utilizzando al meglio le potenzialità dell’innovazione e favorendo sinergie tra tessuto produttivo, università ed enti di ricerca.
Mauro Roglieri
Che passi avete conseguito finora e quali sono gli obiettivi futuri?
L’attività sicuramente più importante che abbiamo attivato è il progetto di ricerca e sviluppo di filiera denominato “Hybrid Sustainable Worlds”, mediante il quale negli ultimi due anni abbiamo classificato i nuovi requisiti dei sistemi edificio-impianti derivanti dalle ondate pandemiche, e li abbiamo affiancati a quelli della sostenibilità e della transizione energetica. Intendiamo sperimentare soluzioni innovative che rispondono a questi requisiti. La pandemia da Covid-19 ha sollecitato alcune riflessioni, confronti e condivisioni di esperienze, al fine di individuare possibili soluzioni. Il periodo emergenziale ha infatti comportato adeguamenti non banali sia dal punto di vista architettonico che da quello impiantistico su edifici pubblici e privati. Il nostro progetto di ricerca ha valutato in particolare il caso delle strutture ospedaliere e delle scuole, ma le nostre considerazioni valgono, in linea generale, anche per RSA, aule universitarie, edifici direzionali, commerciali, edifici museali, etc. Le modifiche introdotte per contrastare il Covid sono state spesso parziali, temporanee, subottimali. E in molti casi hanno comportato un aumento dei consumi energetici o una riduzione dell’efficienza energetica del sistema edificio impianto (si pensi banalmente agli effetti dell’apertura delle finestre per arieggiare durante il periodo invernale nelle aule scolastiche o negli uffici.
L’auspicio è che anche la progettazione delle strutture sanitarie tragga insegnamento dall’esperienza della pandemia. Le strutture sanitarie, e gli ospedali in particolare, per il loro funzionamento hanno bisogno di ingenti quantità di energia, sia elettrica per il funzionamento degli impianti, sia termica per mantenere il comfort, sanificare e igienizzare. La pandemia ha sollecitato azioni per rivedere la progettazione e la suddivisione degli spazi. Pensiamo per esempio alle sale d’attesa. Agli spazi distributivi e agli atrii, ma anche alle aree di degenza dove bisogna garantire il massimo della protezione ai pazienti. Oppure alle aree tecnico operative, dove il comfort termo-igrometrico deve essere ottimale anche per garantire lo svolgimento delle attività operative. Ciò vuol dire saper cogliere quei suggerimenti che riguardano la ridefinizione degli spazi e che coinvolgono interamente l’edificio e l’impianto. La prevenzione deve diventare il nuovo valore prioritario, da coniugare all’efficienza energetica, nonché a una migliore gestione e manutenzione dei sistemi tecnologici che possano garantire, per esempio, maggiore sicurezza e autonomia.
Partendo da una mappatura della situazione esistente è necessario definire via via un modello che possa essere modulabile e che si possa adattare a situazioni/strutture diverse. Qual è il fondamento su cui si basa il vostro modello?
Per noi è importante assicurare sempre equilibrio e condivisione degli obiettivi: un modo di procedere che garantisce l’insieme del gruppo inteso come compagine operativa. Stiamo lavorando per attuare nuove soluzioni anti-Covid legate alla gestione di edifici pubblici come gli ospedali. Lo scopo è supportare una gestione responsabile e sicura degli spazi interni degli edifici. Vogliamo porci come elemento di garanzia di qualità del settore delle costruzioni, che ora vive una fase di rilancio dopo essere stato duramente colpito dalla pandemia. Vogliamo capitalizzare l’esperienza di questo recente passato e stiamo lavorando per migliorare i servizi attraverso soluzioni tecnologiche in grado di dare risposte giuste in tempi brevi ma anche facilitare, attraverso una formazione adeguata e uno scambio di conoscenze sempre più puntuali, nuova occupazione. Riteniamo prioritario agevolare l’inserimento in azienda di ricercatori e dottorandi che sono risorse utili anche a favorire la nascita di nuovi progetti di cooperazione al livello nazionale e transfrontaliero.
Quali strumenti finanziari e quali iniziative favoriscono lo sviluppo di questa rete?
I bandi regionali POR FESR favoriscono nuove opportunità di collaborazione legate prevalentemente a progetti di ricerca e sviluppo. Operativamente noi ci riuniamo circa ogni tre mesi per uno stato d’avanzamento di lavori. Molto importante è anche la recente attivazione del processo di adesione di VeGBC al Cluster Tecnologico Nazionale Energia (CTNE), un altro canale attraverso il quale creare interazione e intercettare fonti di finanziamento per la ricerca a livello nazionale ed europeo.
Lo spirito che muove VeGBC è coerente con la realtà in cui si inserisce, cioè Venezia città marinara. Possiamo vedere il vostro lavoro come quello di una una barca dove ognuno ha il suo ruolo e la sua responsabilità? Chi va per mare sa come sia indispensabile anticipare il bisogno dell’altro, anche per creare lo spirito giusto nella ricerca di soluzioni.
Sì, la logica della trasversalità è fondamentale. Vogliamo rafforzare sempre di più tutte le RIR e i servizi condivisi tra le stesse, rendere più efficace l’attività di brokerage e coinvolgimento delle aziende nell’ideazione e creazione di compagini e progetti di open innovation. Una maggiore presenza di iniziative pubbliche incentivanti, anche in modo indiretto, le aziende alla partecipazione alle RIR, sarebbe di grande aiuto.
HYBRID SUSTAINABLE WORLDS
Si tratta del primo progetto di ricerca e innovazione sul green building promosso dalla Rete Innovativa Venetian Green Building Cluster e co-finanziato dalla Regione Veneto (POR FESR 2014-2020, azione 1.1.4 DGR 822/2020). Coinvolge 21 aziende del territorio, le università del Veneto e un ente di ricerca (T2i), puntando sulle specializzazioni di 5 RIR (dal sustainable living alle creative industries), per un valore complessivo di 3 milioni di euro, che i fondi POR FESR copriranno per il 70% circa. Lo scopo è supportare una gestione responsabile e sicura degli spazi interni degli edifici, per rilanciare il settore delle costruzioni, duramente colpito dalla pandemia. Il progetto si inserisce nella strategia della Regione Veneto che sostiene percorsi e risultati di ricerca volti a favorire una crescita delle filiere economiche in termini di soluzioni per la sostenibilità, utilizzando al meglio le potenzialità dell’innovazione, favorendo sinergie tra tessuto produttivo, università ed enti di ricerca.