15 Mar, 2024
Nuova Normativa UE sulle batterie
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Una nuova era per le batterie:

Il 2023 appena terminato è stato un anno davvero importante nell’ambito del comparto batterie. Una delle novità più rilevanti è l’approvazione, da parte dell’Unione Europea, del nuovo pacchetto normativo che regola il comparto batterie e accumulatori e che introduce una nuova serie di prescrizioni ad alto impatto su tutto il ciclo di vita. La Nuova Normativa UE batterie porterà dei significativi cambiamenti nel 2024.

Cosa cambia con la normativa UE

L’estate 2023 ha una data precisa da ricordare che è quella del 18 agosto, giorno in cui è entrato in vigore il nuovo Regolamento sulle pile UE 2023/1542. Questo pacchetto rappresenta la prima normativa a livello europeo che prende in considerazione l’intero ciclo di vita delle batterie, che comprende anche gli aspetti di approvvigionamento, produzione, modalità di utilizzo e in particolar modo una regolamentazione stringente sulle pratiche di riciclo. Il Regolamento tratta in misura approfondita e attualizzata, rispetto agli odierni obiettivi ambientali, aspetti come la sicurezza del prodotto, l’informazione attraverso dati precisi e il concetto di sostenibilità delle batterie declinato alla produzione e rigenerazione.

Le norme del regolamento si applicano a tutte le categorie di batteria, vale a dire batterie primarie e ricaricabili destinate a ogni tipologia di alimentazione, batterie per illuminazione o avviamento destinate a mezzi trasporto, sia dotati di motori endotermici che EV (veicoli elettrici), nonché le batterie per usi industriali. Il Regolamento identifica quindi la “batteria” indipendentemente da forme, volume e massa, contemplando anche altri parametri come gli aspetti progettuali e naturalmente chimica e composizione dei materiali.

Un altro tassello per realizzare Grean Deal Europeo

Lo scopo del nuovo Regolamento è quello di allineare tutto ciò che è identificabile nella parola “batteria”, con gli obiettivi di circolarità del Green Deal Europeo, oltre a promuovere e contribuire alla sostenibilità durante tutto il ciclo di vita di ogni singolo prodotto. Non a caso, tra le disposizioni del Regolamento, è prevista anche una dichiarazione dell’impronta di carbonio generata durante la fabbricazione delle batterie (in particolare le batterie per EV e le batterie industriali ricaricabili nonché quelle destinate ai mezzi di trasporto).

Non solo: il Regolamento UE 2023/1542 stabilisce parametri stringenti per quanto riguarda la quantità di rifiuti raccolti (e frazionati in base alla tipologia e all’utilizzo delle batterie) e, sempre in tema di riciclo e rigenerazione, anche il quantitativo di materie recuperate dai processi. Ad esempio, a partire dal 2024, la quantità di materie come litio, rame, piombo, cobalto e nickel, dovrà essere estratta dai prodotti esausti in misura graduale ma crescente.

Per dare un’idea degli obiettivi di raccolta delle batterie portatili esauste, la quantità dovrà raggiungere il 45% del venduto già nell’anno appena terminato, fino a raggiungere oltre il 70% entro la fine del 2030. Per le batterie dei veicoli (non EV) sarà concesso un lasso di tempo più esteso stabilendo il 50% entro fine 2028 per arrivare a fine 2031 a oltre il 60%.

Le batterie più potenti dovranno avere una “carta d’identità”

Il nuovo Regolamento richiede inoltre che venga riportata una serie di informazioni volta a identificare meglio la tipologia di batteria destinata agli EV, ai mezzi di trasporto e ai pacchi destinati all’uso industriale. Ciascuna batteria dovrà essere munita di un “passaporto” contenente queste informazioni in modo da consentire il tracciamento di ogni singolo prodotto lungo l’intero ciclo di vita. Nota particolare è che il Regolamento prevede la registrazione digitale per tutte le batterie che hanno capacità superiori ai 2 kWh e che verranno immesse sul mercato a partire dal 18 febbraio 2027. È estesa invece a ogni tipologia di batteria l’apposizione di un’etichetta dove sono riportati dati riguardo al fabbricante, il luogo di produzione e la data, nonché tutte le sostanze contenute e classificate come pericolose.

Riassumendo, il Regolamento copre qualsiasi tipo di batteria ossia:

  • portatili e per usi generici (ad es. 4,5 Volts (3R12), le pile a bottone, i formati D, C, AA, AAA, AAAA, A23 e le batterie a 9V, ecc…)
  • per autoveicoli destinate all’avviamento e l’illuminazione
  • per mezzi di trasporto leggeri
  • per trazione EV
  • industriali a prescindere da forma, peso, volume, chimica e utilizzo (ad es. sono incluse le batterie destinate agli ESS)
  • specifiche per essere incorporate o aggiunte ad altri dispositivi (ad es. batterie per gli smartphone)

Il regolamento diventa operativo

Il nuovo Regolamento delle batterie è entrato in vigore il 18 febbraio 2024, tuttavia la sua attuazione si articolerà su più fasi. Va considerato che la norma UE 2023/1542 andrà ad abrogare la vecchia direttiva, ossia la 2006/66/CE, il 18 agosto 2025. È pertanto previsto un periodo di transizione di 18 mesi nei quali gradualmente vi sarà un graduale cambio generazionale tra “vecchi” e nuovi prodotti. Ciò per dare un tempo sufficiente al comparto batterie che riguarda produttori, autorità nazionali e organismi coinvolti, per adeguarsi alle procedure di valutazione della conformità e ai requisiti legali essenziali o di altro tipo stabiliti dal nuovo regolamento ed evitare così di essere impreparati a ogni evenienza. Questo periodo di transizione è di estrema importanza poiché una volta terminato i prodotti fabbricati prima o durante questo periodo, e che rispondono ancora alla Direttiva 2006/66/CE, non potranno più essere immessi sul mercato.

Confronto tra i paesi europei: l’Italia è ancora indietro?

Già nel 2021, riguardo alla quantità di batterie conferite, vi sono stati paesi europei come la Croazia che ha sorpassato il 70%, mentre il Lussemburgo e il Belgio hanno registrato oltre il 60% (fonte Eurostat). L’Italia purtroppo si è classificata soltanto ventiquattresima. Qual è il problema? Prendiamo ad esempio la Francia, quarta classificata con poco meno del 60% e che a differenza dei primi tre, è un Paese popoloso con il quale possiamo meglio confrontarci.

Finora si è parlato di Regolamento e di norme a cui i produttori dovranno adeguarsi. Tuttavia anche l’operato dei consumatori dovrà favorire il nuovo ciclo di vita delle batterie.

Probabilmente le motivazioni sono multiple a cominciare ad esempio dalla ripartizione del territorio nazionale tra una miriade di consorzi, mentre la Francia ha istituito soltanto un ente responsabile di tutta raccolta e del corretto recupero dell’esausto. Rispetto al nostro Paese, la Francia implementa campagne di sensibilizzazione più efficaci e riceve una risposta migliore da parte dei consumatori. L’Italia ha ancora molto da fare e i risultati potranno essere raggiunti soltanto se produttori e istituzioni comunicheranno il messaggio di responsabilità e consapevolezza collettiva riguardo al corretto conferimento dell’esaurito e che il medesimo venga realmente recepito dagli utilizzatori.

Regolamento (UE) 2023/1542 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 luglio 2023, relativo alle batterie e ai rifiuti di batterie, che modifica la direttiva 2008/98/CE e il regolamento (UE) 2019/1020 e abroga la direttiva 2006/66/CE (Testo rilevante ai fini del SEE)

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