Metà dell’intera plastica presente sul pianeta è stata realizzata negli ultimi 15 anni a seguito della crescita esponenziale della produzione ed utilizzo dei derivati del petrolio.
Secondo un rapporto del 2016 elaborato dal World Economic Forum ed Ellen Mac Arthur Foundation, denominato ”The New Plastic Economy: Rethinking the future of plastic”, la produzione mondiale di plastica è passata dai 15 milioni del 1964 agli oltre 310 milioni nel 2018. Ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani per un totale odierno di 150 milioni di tonnellate. Se non si dovesse agire per invertire la tendenza proseguendo con i trend attuali (Business as usual, fare come se niente fosse) gli oceani potrebbero avere nel 2025 una tonnellata di plastica per ogni 3 tonnellate di pesce mentre nel 2050 negli oceani ci sarebbe, in peso, più plastica che pesci.
Numeri allarmanti: la produzione di plastica in costante aumento
In base all’ultimo report 2021 di Plastic Europe, l’associazione europea dei produttori di materie plastiche, la domanda di plastica in Europa si aggira intorno alle 49 milioni di tonnellate, di cui circa 4,14 milioni di tonnellate solo di PET (polietilene tereftalato) il polimero plastico utilizzato per produrre le bottiglie per l’acqua ad uso alimentare. In questo contesto di complessità ed emergenza ambientale anche le norme, da qualche anno, sono disegnate per orientare la produzione e il consumo verso modelli più sostenibili.
Il 16 gennaio 2018 la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione che istituisce una strategia europea per la plastica nell’economia circolare. La strategia identifica le sfide principali, tra cui tassi di riutilizzo e di riciclaggio dei rifiuti di plastica, emissioni di gas a effetto serra e la presenza di rifiuti di plastica negli oceani. La Commissione aveva proposto che tutti gli imballaggi di plastica fossero ri-progettati in modo da consentirne il riciclo e il riuso entro il 2030.Verso un’economia circolare: gli obiettivi dell’UE
Piano d’azione sull’economia circolare per un’Europa più pulita e competitiva
Nel marzo 2020 la Commissione ha adottato un nuovo Piano d’azione sull’economia circolare per un’Europa più pulita e competitiva. Qualche mese dopo, ad ottobre, si è tenuto un dibattito in commissione parlamentare ENVI (Committee on the Environment, Public Health and Food Safety) e la relazione definitiva è stata adottata il 27 gennaio 2021.
Il piano d’azione dell’UE per l’economia circolare introduce misure mirate in alcuni settori a forte valore aggiunto, con target di riciclo specifici: tra i quali rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE), carta e cartone, plastica e tessile. In tal senso, particolarmente interessante è lo sviluppo di tecnologie avanzate di riciclo meccanico e chimico delle plastiche rivolto anche al “marine litter” (le microplastiche in mare). L’Italia ad oggi è ancora lontana dal raggiungimento di questi target. Ad esempio, più del 50% dei rifiuti plastici viene raccolto come “rifiuti plastici misti” e quindi non riciclato, ma utilizzato per il recupero energetico o inviato in discarica.
Il PNRR e la transizione ecologica: un’opportunità unica per l’Italia
Il 5 maggio 2021 è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) trasmesso dal governo italiano alla Commissione europea con il titolo “Italia domani”, dal valore complessivo di 235 miliardi di euro tra risorse europee e Nazionali. Il 13 luglio 2021 il PNRR dell’Italia è stato definitivamente approvato con Decisione di esecuzione del Consiglio, che ha recepito la proposta della Commissione europea.
Il PNRR è un’occasione unica per accelerare la rivoluzione verde e la transizione ecologica, superando barriere che si sono dimostrate critiche in passato. Il piano è articolato in sei missioni. La prima comprende digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. La seconda tiene insieme rivoluzione verde e transizione ecologica. La terza le infrastrutture per una mobilità sostenibile, e le ultime due, infine, comprendono istruzione, ricerca, inclusione e coesione
La missione 2 è quella che coinvolge maggiormente il tema delle plastiche e a sua volta si articola in quattro componenti. Agricoltura sostenibile ed economia circolare; energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile. E ancora, efficienza energetica e riqualificazione degli edifici; tutela del territorio e della risorsa idrica.
La componente C1, con una dotazione finanziaria di 5,27 miliardi di euro, si prefigge di perseguire un percorso verso una piena sostenibilità ambientale, attraverso il miglioramento e il potenziamento della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare, rafforzando le infrastrutture per la raccolta differenziata, ammodernando o sviluppando nuovi impianti di trattamento rifiuti, colmando il divario tra regioni del Nord e quelle del Centro-Sud (oggi circa 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti vengono trattate fuori dalle regioni di origine) e realizzando progetti flagship altamente innovativi per filiere strategiche quali RAEE, industria della carta e del cartone, tessile, riciclo meccanico e chimica delle plastiche.
Affrettarsi: le opportunità del PNRR stanno per scadere
A fine marzo 2022 sono scaduti i termini per la presentazione, presso il Ministero della Transizione Ecologica, dei progetti “faro” di economia circolare sulla linea di Investimento 1.2. La misura ha inteso potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo contribuendo al raggiungimento del target di 65% di riciclo dei rifiuti plastici (attraverso riciclaggio meccanico, chimico, “Plastic Hubs”), sposando in pieno il principio secondo il quale per raggiungere gli obiettivi di maggiore circolarità del sistema economico produttivo sono richiesti maggiori investimenti in impianti di riuso, recupero e riciclo della materia.
In considerazione del fatto che tutti i fondi del PNRR sono vincolati al rispetto della scadenza del giugno 2026 come data ultima per la realizzazione degli interventi, è di fondamentale importanza, per ogni azienda e per ogni settore, sviluppare progettualità orientate alla transizione ecologica fin da subito. Il 2022 è l’anno degli avvisi e bandi. Quotidianamente vengono pubblicate opportunità di investimento e occorre farsi trovare pronti: ogni giorno passato senza agire è un investimento perduto.